La Volta Celeste
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La Volta Celeste
UNA MISCELLANEA ASTRONOMICA PER LA CORTE ARAGONESE DI NAPOLI

Uno dei più bei manoscritti astronomico-astrologici conservati in Italia, gli Aratea Vaticani (Barb. lat. 76), riccamente decorato e impreziosito da una sontuosa copertina di velluto sfarzosamente ricamata, viene pubblicato per la prima volta in assoluto in Italia. Con La Volta Celeste Treccani propone un’edizione perfettamente fedele all’originale, limitata a 299 copie in numerazione araba destinate al mercato italiano. La tiratura mondo è di 900 copie.
Il ciclo illustrativo del manoscritto, dopo la miniatura della sfera celeste – la prima immagine a piena pagina, in cui sono compendiate in cerchi concentrici le raffigurazioni delle costellazioni – presenta preziose miniature tabellari su 100 fogli.

L’opera entrò a far parte della collezione del cardinale Maffeo Barberini nel XVI secolo e successivamente, nel 1901, sotto Papa Leone XIII, fu incorporata, insieme all’intera collezione Barberini, nella Biblioteca Apostolica Vaticana, di cui costituisce tuttora il nucleo centrale. Il nobile manoscritto originale è stato realizzato con la migliore pergamena, sulla quale si trova il testo in inchiostro scuro e a una sola colonna in corsivo umanistico, con numerose iniziali decorate e dorate.
Un capolavoro del Rinascimento italiano
Il manoscritto fu commissionato alla corte di re Ferdinando I a Napoli. Confluito nella collezione libraria della famiglia Barberini (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana), il manoscritto illustrato degli Aratea di Germanico, miniato dal napoletano Matteo Felice, è stato realizzato nella seconda metà del XV secolo per la corte aragonese di Napoli.
Il miniatore ha impreziosito il testo con trentanove disegni raffiguranti le costellazioni celesti e con una splendida pagina miniata ad apertura del manoscritto in cui è raffigurato lo stemma della famiglia reale spagnola. L’analisi del corredo miniato, insieme a quella testuale e alle caratteristiche codicologiche del manoscritto, consente di inserirlo con precisione all’interno del contesto della produzione libraria napoletana dell’inizio degli anni Settanta del Quattrocento.
Il codice testimonia l’importanza che rivestì, dall’età classica attraverso tutto il Medioevo, l’osservazione e la descrizione dei fenomeni celesti, fino a un momento di particolare fioritura nel XV secolo, con l’avvento dell’Umanesimo.


Guardare il cielo in un abbagliante viaggio tra le stelle

Da sempre il cielo stellato affascina ed emoziona l’uomo.
Per questo motivo, l’astronomia è una delle scienze più antiche in assoluto: miti, riti, culti dei sovrani, culto degli astri, sviluppo dei sistemi calendariali e, più in generale, determinazione del tempo erano legati a questa scienza, sempre accompagnata da una componente mistica.

Caratteristiche dell'Opera
- Tiratura destinata al mercato italiano: 299 copie in numerazione araba (IT 1/299…IT 299/299).
- Datazione: sec. XV.
- Dimensioni: 23,2 x 15,1 cm.
- Numero fogli: 100 e 40 miniature.
- Un commentario con approfondimenti curato da Lola Massolo.
- Un prezioso cofanetto in pelle custodisce l’opera.

Stelle d’oro, colori splendenti
Il codice originale è racchiuso all’interno di una splendida legatura di velluto rosso porpora decorata. Sul piatto anteriore si sviluppa una cornice con ornamentazioni in stoffa, con tralci vegetali e fiori, al cui centro vi è la rappresentazione della Vergine con il bambino e un santo. Sul piatto posteriore è ricamato lo stemma del cardinale bibliotecario Francesco Barberini (1626-1633), costituito da tre api su fondo azzurro.
Sul contropiatto anteriore sono visibili tracce dell’antica segnatura: VIII.76. Compaiono inoltre, al centro del margine superiore, l’etichetta di inizio XVIII secolo con il numero “800” e un’altra antica segnatura “VII. C. 6”, eseguita in inchiostro bruno chiaro.
La scrittura è un’umanistica controllata ed elegante, vergata da un copista unico su fogli di pergamena di ottima qualità e ben lavorati, che presentano solo sporadicamente tracce visibili di grana follicolare sul lato pelo.
Il commento scientifico di Lola Massolo descrive tutti gli aspetti del manoscritto, ne ripercorre l’incredibile storia e spiega dettagliatamente tutte le miniature e le iniziali.

